Ravi Marchi
Se la visita al Museo in galleria descrive soprattutto l’attività mineraria nel sottosuolo, la miniera di Ravi Marchi permette di evidenziare le lavorazioni e le trasformazioni del minerale una volta giunto alla superficie.
La miniera di Ravi Marchi, attiva dal 1910 al 1965, costituisce una sorta di anomalia nel panorama gavorranese, essendo l’unico sito non di proprietà della Montecatini. Essa apparteneva appunto alla famiglia Marchi, originaria del nord della Toscana, e impiegava, nel momento di massima espansione, alcune centinaia tra minatori, operai e tecnici.
Oggetto di un progetto di recupero d’avanguardia, paragonabile ad uno scavo archeologico, il sito offre al visitatore una visione d’insieme sulle operazioni di estrazione con i castelli di Vignaccio Vecchio e Vignaccio Nuovo ed i rispettivi argani, e sull’arricchimento della pirite attraverso le laverie e le vasche degli addensatori di Dorr.
La visita notturna, con le strutture minerarie sapientemente illuminate, dona suggestioni ed emozioni diverse, come dinanzi ad una sorta di moderna “cattedrale”.