la Miniera di Gavorrano

Nel 1898 un gavorranese, tale Francesco Alberti, aiutato da tre compaesani seguendo un affioramento di limonite aprì una galleria nei pressi del paese, iniziando di fatto la storia della miniera di Gavorrano.

La miniera di Gavorrano divenne in breve uno dei più importanti poli di estrazione della pirite in Europa comportando uno sviluppo del territorio e un’importante occasione di lavoro per le popolazioni locali e per il notevole flusso migratorio che di conseguenza si instaurò.
Oltre alla zona di estrazione di Gavorrano, caratterizzata dall’imponente mole del castello di Pozzo Roma, il bacino minerario di Gavorrano comprese in breve le miniere di Rigoloccio, Ravi e Valmaggiore, tutte alla fine collegate da un complesso sistema di gallerie che trasformò un sistema frammentario in un tutt’uno estremamente efficiente.

La miniera di Gavorrano terminò la sua attività nel giugno del 1981, ma delle sue strutture molte sono rimaste perfettamente conservate e in grado di permettere una efficace lettura del sistema minerario.

Tanto più oggi grazie all’istituzione del Parco Nazionale delle Colline Metallifere che ha permesso il restauro e l’adattamento museale di due aree di grande rilevanza archeologica – industriale: il “Museo in galleria” (una galleria trasformata in un museo multimediale in cui “vivere” il lavoro del minatore degli anni ’60) e la zona mineraria di Ravi Marchi (area di estrazione e prima lavorazione della pirite).

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